18/01/2025
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I grani antichi tornano in cima alle classifiche

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Con un salto record di 250 volte in 20 anni tornano in tavola pasta, pane e anche pizze prodotte con gli antichi grani della tradizione italiana. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti presentata insieme alla Sis, la Società Italiana Sementi. Con mille ettari certificati coltivati nel 2016 il “Senatore” Cappelli è stato il grano duro antico più seminato in Italia con la produzione che ha raggiunto 2,5 milioni di chili nel 2017, praticamente raddoppiata rispetto all’anno precedente in controtendenza rispetto alle semine di grano duro calato in Italia dell’8% secondo quanto afferma Coldiretti su dati Crea. È stato proprio la devozione della Sis, la più grande società sementiera italiana, nell’attività di riproduzione e certificazione, che nell’ultimo anno ha fatto schizzare alle stelle la coltivazione e produzione dell’antico grano duro. ll Senatore Cappelli ha più di 100 anni. A riportare oggi sul mercato la storica varietà di grano duro sono state le grandi qualità nutrizionali, grazie anche al contenuto di glutine più basso rispetto ad altri grani duri, pur mantenendo una quota proteica alta rispetto ai grani in concorrenza. Anche i contenuti di zuccheri risultano più bassi rispetto ad altre varietà, mentre risulta invece importante la presenza di oligoelementi quali magnesio, potassio, calcio e zinco, di vitamine del gruppo B e vitamina E.

Oltre alle grandi qualità organolettiche, il “Senatore” Cappelli si contraddistingue anche per le sue qualità agronomiche. Infatti, in un periodo di cambiamenti climatici e di mutate esigenze ambientali tornano utili le caratteristiche di questo grano che ben si adatta a terreni secchi per la sua bassa necessità di acqua, che aiuta a proteggere le risorse idriche sempre più carenti, che resiste bene alle malattie facendone un grano ideale per la coltivazione biologica.

Luce, sole e poca acqua sono ingredienti ideali del “Senatore Cappelli” che oggi torna ad essere amato per la buona adattabilità anche in condizioni agronomiche meno propensi che lo rendono adatto ad un sistema di coltivazione a basso o nullo utilizzo di mezzi tecnici, dai concimi, ai fitofarmaci e ai diserbanti, con grande vantaggio per l’ambiente. L’ottima qualità della granella permette di ricavare farine e semole ideali per prodotti tipici a base di cereali, dalla pasta al pane, dai dolci a tutti i prodotti della panificazione.

«Nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni della Sis, abbiamo voluto il ritorno del “Senatore” Cappelli – dichaiara il presidente di Sis e vicepresidente nazionale di Coldiretti, Mauro Tonello – perché riputiamo importante la salvaguardia dei semi antichi non certo per una questione di archeologia genetica, ma perché la qualità di questo grano trova ancora oggi l’appoggio dei consumatori che invece rifiutano produzioni che derivano da semi di organismi geneticamente modificati che rischiano di fare perdere la grande ricchezza della biodiversità con gravi perdite del patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy».

«La Società Italiana Sementi – ha detto il direttore generale di Sis, Mario Conti – da settanta anni sceglie semi che hanno fatto la storia del Made in Italy dalle varietà di grano “Bologna” alla varietà di riso “Volano”, fino a sementi di erba medica come la “Garisenda” perché ritiene sostanziale salvaguardare un patrimonio genetico il più vasto possibile per affrontare le sfide future. Per questo ci siamo assunti il dovere di certificare la produzione di grano duro “Senatore” Cappelli che con le sue peculiarità genetiche si sta rivelando adatto alle nuove esigenze di coltivazione con alti standard organolettici che soddisfano la domanda di buona e sana alimentazione».

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